Trump ha sospeso la maggior parte dei dazi, tranne quelli alla Cina

Per 90 giorni resteranno in vigore solo quelli del 10 per cento, e al 125 per cento per la Cina: l'ha annunciato dopo giorni di confusione e crolli sui mercati

Donald Trump fuori dalla Casa Bianca, il 9 aprile
Donald Trump fuori dalla Casa Bianca, il 9 aprile (Pool via AP)
Caricamento player

Mercoledì pomeriggio (sera in Italia) il presidente statunitense Donald Trump ha sospeso per 90 giorni i dazi aggiuntivi – quelli che lui definisce erroneamente “reciproci” – tranne che per la Cina, su cui invece ne ha imposti di esorbitanti, del 125%. Per gli altri paesi invece rimarranno i dazi del 10%, quelli entrati in vigore sabato scorso (fanno sempre eccezione Messico e Canada, sottoposti a dazi del 25%).

Mercoledì mattina, quindi meno di 24 ore prima dell’annuncio di Trump, erano entrati in vigore i dazi molto alti imposti da Trump a una lunga lista di paesi, tra cui quelli dell’Unione Europea (al 20%), il Giappone (24%), il Vietnam (46%) e anche il Lesotho, al 50%. Erano stati annunciati lo scorso mercoledì: da quel momento hanno causato una profonda crisi sui mercati finanziari, che in pochi giorni sono crollati. In generale i molti annunci di Trump, spesso confusi e poi ritrattati o modificati, hanno causato enorme caos tra i governi e in molti settori industriali, che stavano cercando di capire come adattarsi.

Trump ha giustificato la pausa dicendo che negli ultimi giorni moltissimi paesi – ha detto più di 75 – avevano cercato di contattare lui o altri membri della sua amministrazione per negoziare un accordo più favorevole: la sospensione sarebbe quindi una sorta di “premio” offerto in cambio delle mancate ritorsioni, e dovrebbe servire a portare avanti queste trattative.

– Leggi anche: Il liveblog del Post sui dazi e le loro conseguenze

Sempre mercoledì, dopo l’entrata in vigore dei dazi, la Cina aveva invece risposto imponendo a sua volta dei dazi dell’84%: una percentuale altissima che, insieme a quella statunitense ancora maggiore, rende di fatto impossibile il commercio tra i due paesi. Anche l’Unione Europea ha approvato dazi del 25% su vari prodotti statunitensi, che però sono da intendersi come una risposta ad altri dazi, imposti sempre dagli Stati Uniti ma entrati in vigore a marzo, e non a quelli più recenti.

È noto che a Trump piaccia molto considerarsi in una posizione di forza, nella quale altre persone chiedono a lui favori o concessioni: evidentemente sta cercando di presentare in questo modo anche la situazione attuale, nonostante gli enormi problemi che i dazi stanno causando, sui mercati finanziari e a livello politico. L’imposizione di dazi così anomali era stata criticata da moltissimi economisti, esperti, investitori e anche da vari esponenti del Partito Repubblicano, lo stesso del presidente.

L’annuncio di Trump è arrivato quando le borse europee e asiatiche avevano già chiuso, dopo un’altra giornata disastrosa. Ha fatto in tempo, invece, a influire – e molto – sulle borse americane, che erano ancora aperte. Tutti principali indici hanno chiuso alla grande, seppure senza tornare ai livelli della settimana scorsa, prima dell’annuncio dei dazi. In generale l’andamento dei titoli di stato e del dollaro segnala però che la maggior parte degli investitori non si fida della mossa di Trump, proprio come gli analisti.

Stiamo seguendo tutte le notizie sui dazi e le loro conseguenze nel liveblog del Post.