L’ONU si è accordata per ridurre le emissioni di gas serra del trasporto marittimo dal 2028, dopo quasi dieci anni di negoziati

Una nave cargo nel porto di Buenaventura, in Colombia, ad aprile 2025 (AP Photo/Fernando Vergara)
Una nave cargo nel porto di Buenaventura, in Colombia, ad aprile 2025 (AP Photo/Fernando Vergara)

Dopo quasi dieci anni di negoziati venerdì l’Organizzazione marittima internazionale (IMO) delle Nazioni Unite ha raggiunto un accordo per cominciare a ridurre le emissioni di gas serra del trasporto di merci marittimo, la forma più inquinante di trasporto, a partire dal 2028, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica del settore intorno al 2050. L’accordo prevede che dal 2028 si inizino a usare carburanti meno inquinanti di quelli in uso attualmente, e che le società di navigazione che continueranno a farlo dovranno pagare una specie di tassa tarata sulla quantità di gas serra emessi dalle proprie navi. L’accordo, che dovrà essere formalizzato a ottobre ed entrerà in vigore nel 2027, è stato raggiunto nonostante l’opposizione dell’Arabia Saudita, della Russia, degli Stati Uniti e di altri paesi produttori di petrolio. Hanno votato a favore 63 paesi e gruppi di paesi, tra cui l’Unione Europea.

Al trasporto marittimo si deve circa il 3 per cento delle emissioni di gas serra globali, la principale causa del cambiamento climatico. Di questa quota, l’85 per cento è dovuto alle grandi navi che hanno una stazza lorda di più di 5mila tonnellate. L’accordo per ridurre le emissioni è il primo di questo genere che riguarda un intero settore industriale a livello internazionale. In proporzione il trasporto marittimo è il più inquinante perché si fonda sull’uso dei combustibili con maggiori emissioni nocive. Tuttavia non è semplice sostituirli perché sono anche i più economici e un aumento dei costi del trasporto navale avrebbe grosse ripercussioni sui prezzi delle merci trasportate a livello globale.