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  • Venerdì 18 aprile 2025

Le nuove contestate regole su come fare campagna elettorale sui social in Romania

Sono state introdotte per evitare la disinformazione online che aveva causato l'annullamento delle presidenziali di novembre

Una donna passa davanti a un manifesto di uno dei candidati (Nicușor Dan), il 29 marzo a Bucarest
Una donna passa davanti a un manifesto di uno dei candidati (Nicușor Dan), il 29 marzo a Bucarest (AP Photo/Vadim Ghirda)
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La Romania ha introdotto una nuova legge che ha portato alla rimozione di centinaia di post sui social network nelle prime due settimane della campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 4 maggio (data del primo turno). Sia la rimozione sia la legge sono state molto criticate da più parti, in un contesto politico già assai polarizzato. La legge è stata introdotta per evitare che si ripeta la massiccia operazione di disinformazione online che aveva portato la Corte costituzionale ad annullare il primo turno delle presidenziali, che si era tenuto lo scorso novembre. Quel voto era stato vinto inaspettatamente dal candidato filorusso Călin Georgescu, che poi non ha potuto ricandidarsi.

Alle elezioni di maggio ci sono in tutto 11 candidati. Nei sondaggi è primo George Simion, il leader ultranazionalista dell’Alleanza per l’unità dei romeni (AUR) che ha preso il posto di Georgescu come candidato dell’estrema destra. Si giocano il secondo posto due candidati europeisti: il sindaco di Bucarest, Nicușor Dan (indipendente), e Crin Antonescu (della coalizione tra centrodestra e centrosinistra al governo). Le divisioni del fronte europeista, però, potrebbero favorire un altro candidato nazionalista, l’ex primo ministro Victor Ponta (che è dato addirittura secondo in alcuni sondaggi, che al primo turno però avevano sbagliato ampiamente le previsioni).

George Simion, al centro, durante una manifestazione dello scorso marzo

George Simion, al centro, durante una manifestazione dello scorso marzo (AP Photo/Vadim Ghirda)

La campagna elettorale è iniziata ufficialmente il 4 aprile. Da allora la Commissione Centrale Elettorale (BEC) ha rimosso 620 post sui social dopo averli classificati come «spot politici non autorizzati». Le nuove regole prevedono infatti che tutti i contenuti politici debbano essere contrassegnati come tali e possano essere pubblicati online solo durante il periodo della campagna, che si concluderà il 3 maggio. Vengono vagliati dalla Commissione non solo i post sponsorizzati dei partiti, ma anche video e meme.

I criteri della Commissione sono stringenti. Per esempio ogni contenuto classificabile come spot politico deve essere accompagnato da due codici alfanumerici: uno per il candidato e l’altro che segnala se il contenuto è sponsorizzato. Se questi codici non vengono inseriti entro 5 ore, il post può essere cancellato. Questo è un esempio, da un post di Dan:

Questo, invece, di Simion (i codici sono in fondo al post):

Simion ha contestato le regole, accusando la Commissione di «censura» e di una macchinazione delle «élite corrotte globaliste», con la retorica complottista che lo contraddistingue. Le nuove regole, però, sono state criticate con toni diversi anche da ong che fanno fact-checking e da alcuni media, che le ritengono eccessive e in ultima istanza poco efficaci, spiegando che molti dei post rimossi non avevano niente a che fare con gli spot elettorali dei partiti.

Balkan Insight ha scritto che più di 150 post rimossi (all’incirca un quarto del totale) erano di persone senza un’affiliazione politica, che si limitavano a esprimere le loro opinioni o il sostegno a un candidato. Tra questi, per esempio, alcuni post su Facebook di Cristi Danileț, un giudice e attivista civico che è molto seguito sui social. Un portavoce della Commissione ha risposto che «le stesse norme di televisione e giornali di carta ora si applicano alle piattaforme digitali».

C’è infine un problema tecnico legato alle piattaforme. Su quelle di Meta (Facebook e Instagram) o YouTube è più semplice verificare se un contenuto è stato sponsorizzato; altre come TikTok hanno meccanismi più opachi e non è chiaro come funzionino i loro sistemi di moderazione dei contenuti (nel caso di X sono proprio stati smantellati).

– Leggi anche: In Romania il nuovo candidato dell’estrema destra è George Simion