Elon Musk ridurrà il suo impegno nel governo statunitense
E ha detto che tornerà a occuparsi maggiormente di Tesla, i cui risultati nel primo trimestre dell'anno sono stati pessimi

Mercoledì il miliardario Elon Musk, fra i più stretti collaboratori del presidente statunitense Donald Trump, ha detto che dal prossimo mese ridurrà il suo impegno nel governo statunitense, per dedicarsi maggiormente alle sue società. Musk lo ha detto parlando con gli investitori di Tesla, la sua azienda di auto elettriche, in seguito ai pessimi risultati della società nel primo trimestre del 2025.
Da gennaio a marzo Tesla ha registrato utili per 409 milioni di dollari, il 71 per cento in meno rispetto allo scorso anno e molto meno di quanto prospettato dagli analisti. È un crollo enorme per una delle più grandi e importanti aziende di auto elettriche al mondo, provocato in buona parte, peraltro, dall’impegno politico di Musk, diventato da tempo una figura estremamente divisiva. Musk ha detto che continuerà a lavorare per il dipartimento per l’Efficienza del governo (DOGE) per «uno o due giorni a settimana, finché il presidente lo vorrà».
La riduzione dell’impegno di Musk dal governo era già stata anticipata nelle scorse settimane. A inizio aprile Trump aveva detto: «Penso che Elon sia fantastico, ma ha un’azienda da portare avanti, anzi, delle aziende da portare avanti. Non abbiamo fretta, ma ci sarà un momento in cui Elon dovrà lasciare [il governo]».
A questo si aggiunge il fatto che Musk lavora a capo di DOGE con la qualifica di “impiegato speciale del governo”. Questa nomina gli permette di far parte dell’amministrazione senza doversi sottoporre ai controlli finanziari degli impiegati governativi e senza dover disinvestire dalle proprie aziende, come sarebbe normalmente richiesto. Al tempo stesso, un “impiegato speciale” può lavorare per il governo soltanto per 130 giorni all’anno: Musk ha cominciato a lavorare per DOGE nei primi giorni dell’amministrazione Trump, e dunque ne sono già passati più di 90. (Pur sapendo che il ruolo di Musk sarebbe stato a scadenza, ad aprile il Partito Democratico aveva avviato una campagna per rimuoverlo dal governo entro giugno).
Oltre a Tesla, Musk possiede l’azienda spaziale SpaceX e il social network X (ex Twitter). Tra le sue varie aziende Tesla è quella che più di ogni altra contribuisce a renderlo l’uomo più ricco del mondo: circa il 60 per cento del suo patrimonio viene dalle azioni di Tesla.
Musk era stato uno dei principali sostenitori di Trump durante la campagna elettorale per le presidenziali di novembre. In questi mesi il dipartimento di Musk ha introdotto varie misure e iniziative molto contestate, giustificate con la necessità di ridurre i costi dell’amministrazione pubblica, che hanno portato al licenziamento di migliaia di dipendenti federali (anche se le spese pubbliche con Trump sono aumentate in questi mesi).
Le difficoltà di Tesla vanno avanti da un po’ di tempo e sono in parte da attribuire alla crescente concorrenza delle aziende di auto elettriche cinesi, più economiche. Ha contribuito però senz’altro anche l’impegno politico di Musk: da quando si è avvicinato a Trump molte persone hanno cominciato ad associare il marchio Tesla con le politiche di Trump e dello stesso Musk, che ha spesso espresso posizioni di estrema destra e anti democratiche.
Ci sono state numerose proteste contro Musk e l’amministrazione Trump davanti alle concessionarie e alle fabbriche Tesla sia negli Stati Uniti sia fuori, compresa una in Italia. Ci sono state reazioni negative anche fra alcuni proprietari di auto Tesla, che in qualche caso hanno attaccato alle proprie macchine degli adesivi con messaggi come «l’ho comprata prima che Elon uscisse di testa».