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  • Venerdì 25 aprile 2025

Parlarsi, o forse no

Trump dice che Cina e Stati Uniti stanno negoziando sui dazi, ma la Cina lo smentisce: questo spiega molto di come sta andando la guerra commerciale

Donald Trump e Xi Jinping nel 2019
Donald Trump e Xi Jinping nel 2019 (AP Photo/Susan Walsh, File)
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Da alcuni giorni il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dice che il suo governo sta trattando con quello cinese per trovare un accordo sulla guerra commerciale cominciata a inizio mese.

Da alcuni giorni il governo cinese dice invece che non è in corso nessuna trattativa, e che i due paesi non si stanno proprio parlando.

«Hanno avuto un incontro stamattina», ha detto Trump giovedì, senza specificare chi vi avesse partecipato. «Niente di tutto questo è vero. Per quello che so, la Cina e gli Stati Uniti non stanno avendo nessuna comunicazione o negoziato sui dazi, né tanto meno sono vicini a un accordo», ha detto invece il portavoce del ministero degli Esteri cinese: lo stesso concetto è stato poi ribadito da vari altri funzionari.

Questa situazione un po’ paradossale mostra piuttosto bene l’andamento fallimentare della guerra commerciale cominciata da Trump. Gli Stati Uniti hanno imposto dazi del 145 per cento sulle merci cinesi (che per alcune categorie di prodotti superano il 200 per cento) mentre la Cina ha risposto con dazi del 125 per cento sulle merci americane. La portata di questi dazi è tale da essere dannosa per entrambe le economie, ma al momento il paese più preoccupato per le conseguenze della guerra commerciale sembrano gli Stati Uniti.

– Ascolta Globo: Stati Uniti e Cina «fino alla fine», con Alicia García Herrero

Da alcuni giorni, davanti al crollo dei mercati, esponenti del governo americano dicono che un accordo commerciale con la Cina potrebbe essere vicino, e dopo ogni dichiarazione i mercati hanno uno speranzoso rialzo. Lo ha fatto un paio di giorni fa il segretario al Tesoro Scott Bessent, che ha detto che il livello dei dazi (imposti dal suo stesso governo) è «insostenibile», e che ci sarà una riduzione «molto a breve».

È quello che sta facendo anche Trump quando ripete che sono in corso negoziati e che l’accordo è vicino, cosa che puntualmente fa rialzare i mercati. Ora, è possibile che siano in corso negoziati segreti, ma al momento nemmeno gli analisti più informati sono riusciti a trovarne traccia.

La questione interessante, in ogni caso, è la caparbietà sistematica con cui la Cina smentisce il dialogo, e la volontà di dimostrare di non avere intenzione di cedere a Trump nella sua guerra commerciale. Al contrario della prima guerra commerciale cominciata nel 2018, in cui la Cina cercò il prima possibile di raggiungere un accordo, questa volta il presidente cinese Xi Jinping sembra convinto a non cedere: in parte perché ritiene che l’economia cinese sia più pronta rispetto a sette anni fa, e in parte perché ritiene che la strategia di Trump di imporre dazi contro quasi tutti i paesi del mondo potrebbe averlo indebolito. Insomma: Xi è convinto di poter vincere la guerra commerciale, o quanto meno di poter danneggiare gravemente gli Stati Uniti.

Xi Jinping e Donald Trump nel 2017

Xi Jinping e Donald Trump nel 2017 (AP Photo/Andy Wong, File)

Questo fa sì che la Cina si stia godendo questa situazione in cui gli Stati Uniti, preoccupati per l’economia, chiedono di parlare, e i funzionari cinesi li snobbano pubblicamente, in una esplicita manifestazione di forza.

Al tempo stesso, è vero che anche il governo cinese, mentre cerca di mostrarsi forte, è estremamente preoccupato per i danni economici dei dazi. Secondo vari media e aziende locali, la Cina starebbe preparando una lista di merci americane che vorrebbe esentare dai dazi, senza le quali varie attività economiche entrerebbero in sofferenza. La lista comprende componenti dei microprocessori e dell’industria chimica, macchinari medici avanzati e altro.

Venerdì Xi Jinping, parlando a una riunione del Partito Comunista, ha detto che la Cina deve «mettere in atto molteplici misure per aiutare le imprese in difficoltà», anche perché «l’impatto degli shock esterni è aumentato».