Com’è che in Giappone manca il riso
Politiche in vigore da decenni impongono agli agricoltori di contenere la produzione, cosa che avrebbe causato l'attuale carenza e l'aumento dei prezzi

In Giappone il riso è un problema ultimamente. Il prezzo medio nei supermercati è aumentato per 15 settimane di fila e la scorsa settimana ha raggiunto un valore più che doppio rispetto allo stesso periodo del 2024. Per i giapponesi non è una cosa da poco visto che il riso è un elemento fondamentale della loro dieta, presente quasi in tutti i pasti e utilizzato moltissimo come materia prima per la produzione di altri alimenti e bevande.
L’aumento dei prezzi dipende dalla carenza di riso in circolazione, che a sua volta ha varie cause: un’ondata di calore nell’estate del 2023 che aveva danneggiato il raccolto di quell’anno, la crescita del turismo che ha portato a un aumento del consumo di riso, ma anche le politiche agricole che il Giappone porta avanti da decenni, e che impongono agli agricoltori di contenere la produzione di riso.
Per molti lavoratori del settore agricolo il problema principale è proprio quest’ultimo. Dagli anni Settanta il Giappone ha portato avanti una politica agricola praticamente opposta a quella in vigore nei paesi europei. Mentre nell’Unione Europea le aziende agricole ricevono dei sussidi per compensare i guadagni mancati dovuti al fatto che si consuma meno di quanto si produce, cosa che abbassa i prezzi dei prodotti alimentari, il Giappone incentiva chi coltiva riso a contenere la produzione. L’idea che c’è dietro è di mantenere alti i prezzi del riso in modo che i redditi degli agricoltori non scendano troppo.
In questi mesi però gli agricoltori stessi hanno protestato contro questa politica sostenendo che non stia funzionando e che disincentivi le persone più giovani dal lavorare nel settore agricolo. In effetti il generale invecchiamento della popolazione giapponese riguarda in modo particolare gli agricoltori, una categoria della società sempre meno numerosa e più anziana: l’età media è intorno ai 71 anni e il numero degli agricoltori è diminuito del 25 per cento tra il 2015 e il 2020 secondo i dati del ministero dell’Agricoltura. Dato che il settore è poco attraente per i giovani, molte risaie sono state abbandonate.
Nobuhiro Suzuki, un professore dell’Università di Tokyo esperto di economia agricola, ha detto al New York Times che cambiare il criterio alla base della politica sul riso costerebbe allo stato l’equivalente di 29 milioni di euro in più all’anno, ma permetterebbe di aumentare le riserve di riso, abbasserebbe i prezzi per i consumatori e renderebbe il settore agricolo più interessante per i giovani.
Per compensare la scarsità di riso e provare a ottenere una diminuzione dei prezzi il governo giapponese ha cominciato a utilizzare le proprie riserve, quelle messe da parte in caso di carestie e disastri naturali: a marzo ha venduto più di 140mila tonnellate del milione che normalmente tiene da parte. Inoltre, per la prima volta dal 1999, è stato importato del riso dalla Corea del Sud. Per ora si tratta solo di 22 tonnellate, di cui solo due vendute, ma la decisione è comunque significativa dato che le politiche giapponesi sul riso sono fatte in modo da scoraggiare le importazioni. Normalmente il riso sudcoreano non sarebbe concorrenziale per via dei dazi imposti dal Giappone, ma con l’attuale aumento dei prezzi del riso nazionale le cose sono cambiate.
Intanto alcuni supermercati hanno imposto dei limiti alla quantità di riso che ciascun cliente può acquistare e sui social network si sono diffuse delle teorie cospirazioniste sulle ragioni della carenza di riso.
Sebbene nel 2024 siano state prodotte 180mila tonnellate di riso in più rispetto all’anno precedente, i distributori di riso – sostanzialmente delle aziende che fanno da mediatrici tra gli agricoltori e i grossisti che poi vendono a supermercati e ristoranti – dicono che quest’anno hanno avuto per le mani 230mila tonnellate in meno. Per questo non è del tutto chiaro come mai il riso manchi e a febbraio, durante una conferenza stampa, il ministro dell’Agricoltura Taku Eto aveva ipotizzato che una certa quantità fosse stata messa da parte e nascosta da qualcuno. Alcuni agricoltori ritengono invece che i dati del governo sulla produzione del 2024 siano sbagliati perché la scorsa estate è stata la più calda mai registrata in Giappone e l’agricoltura ne ha risentito.
I prezzi avevano iniziato ad aumentare lo scorso agosto, quando alcuni terremoti nell’isola di Kyushu avevano spinto il governo ad allertare la popolazione sulla possibilità che si verificasse un terremoto molto più forte (che poi non c’è stato): molte persone acquistarono grandi quantità di riso per avere delle scorte da parte, causando una crescita dei prezzi.
Nel resto del mondo invece il prezzo del riso diminuisce dal 2022, grazie all’aumento della produzione indiana.