La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato illegale lo schema di Malta per la cittadinanza in cambio di investimenti

La sede della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, in Lussemburgo
La sede della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, in Lussemburgo (Daniel Karmann/dpa)

Martedì la Corte di Giustizia dell’Unione Europea – il più importante tribunale dell’Unione – ha stabilito che il programma con cui Malta agevola la concessione della cittadinanza in cambio di investimenti viola la legge comunitaria, e le ha ordinato di interromperlo. Schemi come questo, un tempo previsti anche da altri paesi europei, sono noti come “passaporti d’oro” per il loro funzionamento: nel caso di Malta il requisito è di investire almeno 600mila euro e risiedere sull’isola.

Nel 2022 la Commissione Europea aveva fatto causa al governo maltese e martedì la Corte ha giudicato insufficienti le modifiche introdotte da allora, tra le quali sospendere la possibilità che ne beneficiassero cittadini russi e bielorussi dopo l’invasione dell’Ucraina (cosa che era avvenuta nonostante le sanzioni, secondo inchieste giornalistiche). Il governo maltese, pur difendendo uno schema che dal 2015 in poi gli è valso entrate per 1,4 miliardi di euro, si è impegnato a rispettare la sentenza.

La Corte ha contestato che lo schema equivaleva «alla commercializzazione della concessione della cittadinanza di uno stato membro e per estensione di quella dell’Unione», e quindi anche della libertà di movimento nell’area Schengen. Nel 2020 la Commissione aveva aperto una procedura d’infrazione verso Malta e Cipro per i loro programmi sui “passaporti d’oro”. Nel 2021 Cipro e nel 2022 la Bulgaria (un altro paese che ne aveva) li hanno interrotti: Malta era rimasta uno degli ultimi paesi ad averne.