Sono entrati in vigore i dazi statunitensi del 25 per cento sull’importazione dei componenti delle auto

Un rivenditore di auto a Cerritos, in California (AP Photo/Jae C. Hong)
Un rivenditore di auto a Cerritos, in California (AP Photo/Jae C. Hong)

Il 3 maggio sono entrati in vigore i dazi del 25 per cento imposti dagli Stati Uniti sull’importazione di motori, cambi e altri componenti per l’assemblaggio delle auto. Fanno parte dei moltissimi dazi annunciati dal presidente Donald Trump negli ultimi mesi, che hanno innescato una guerra commerciale e causato grandi perdite sui mercati finanziari. Secondo molti osservatori questo farà aumentare i prezzi delle auto, sia nuove che usate, e i costi per le riparazioni e le assicurazioni.

Il settore statunitense delle auto è fortemente dipendente dall’estero: quasi la metà di tutti i veicoli venduti negli Stati Uniti è importata, come quasi il 60 per cento dei componenti delle auto che poi vengono assemblate nel paese. Nonostante questa dipendenza, il settore è stato uno dei più colpiti dai dazi: lo scorso 2 aprile per esempio erano entrati in vigore dazi del 25 per cento sulle importazioni delle auto. Pochi giorni fa Trump ha attenuato queste misure, esentando le aziende automobilistiche dal pagamento di dazi aggiuntivi (per esempio quelli su acciaio e alluminio o su alcune importazioni da Canada e Messico).

L’amministrazione Trump sostiene che i dazi favoriranno la produzione nazionale. È difficile però che le aziende riescano ad adattare il loro sistema produttivo nel breve termine, anche a causa dell’enorme incertezza causata dalla comunicazione caotica di Trump, che rende rischiosi gli investimenti.