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  • Lunedì 12 maggio 2025

All’India non è piaciuto l’annuncio di Donald Trump sul cessate il fuoco col Pakistan

Sperava di ottenere un trattamento di favore dall'amministrazione statunitense, ma non è andata così

(Yawar Nazir/Getty Images)
(Yawar Nazir/Getty Images)
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Sabato, dopo giorni di scontri, India e Pakistan hanno annunciato un cessate il fuoco che al momento è ancora in vigore. L’annuncio è stato fatto direttamente dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la cui amministrazione aveva mediato le trattative fra i due governi. In un post sul social Truth, Trump ha fatto i complimenti a entrambi i paesi e sottolineato il ruolo degli Stati Uniti nelle trattative.

Nessuno degli aspetti principali di questo annuncio è stato apprezzato dal governo indiano guidato da Narendra Modi, conservatore e nazionalista.

La reazione è stata evidente anche nei giorni successivi, in cui il governo indiano ha evitato di ringraziare Trump e più in generale ha cercato di minimizzare il ruolo avuto dagli Stati Uniti durante i negoziati. Diversi altri pezzi della società indiana hanno reagito allo stesso modo. Nei giorni scorsi è diventato virale il discorso di un giornalista vicino al governo nazionalista di Modi, Arnab Goswami, che durante un programma tv ha accusato Trump di non sapere nulla della storia fra India e Pakistan e di avere «esagerato», invitandolo a farsi gli affari suoi.

Reazioni del genere erano poco pronosticabili fino a qualche giorno fa. India e Stati Uniti infatti sono stretti alleati: Modi è stato uno dei primi leader stranieri a visitare la Casa Bianca nei primi giorni del secondo mandato di Trump. Inoltre i rapporti commerciali bilaterali si sono ampliati di recente, e i due paesi stanno negoziando un accordo di libero scambio. E ormai da anni le varie amministrazioni statunitensi riconoscono nell’India un alleato prezioso, nonostante la democrazia indiana sotto Modi sia diventata sempre più autoritaria.

A quanto ricostruito da una lunga e dettagliata inchiesta di Bloomberg, all’India non è piaciuto per niente l’annuncio di Trump soprattutto per due ragioni: la prima è che l’intera comunicazione dell’amministrazione statunitense ha messo sullo stesso piano India e Pakistan, nonostante l’alleanza fra Stati Uniti e India. La seconda è che l’India da tempo sostiene che le sue tensioni irrisolte col Pakistan – che girano soprattutto intorno ad alcuni territori contesi e al trattamento della minoranza musulmana da parte del governo di Modi – vadano risolte fra i due stati senza coinvolgere la comunità internazionale o paesi alleati.

Per quanto riguarda il primo punto, l’India si aspettava di ricevere un trattamento di favore da parte dell’amministrazione statunitense: nonostante anche il Pakistan sia uno storico alleato degli Stati Uniti, è un paese con una leadership politica instabile, decisamente meno ricco – la sua economia è grande un decimo rispetto a quella dell’India – e meno popoloso.

Tutti i principali politici statunitensi che hanno commentato l’annuncio hanno pensato soprattutto a sottolineare il ruolo di mediazione degli Stati Uniti, mentre India e Pakistan sono passate in secondo piano senza distinzioni fra i due paesi. Il segretario di Stato statunitense Marco Rubio per esempio nel suo post su X ha celebrato il coinvolgimento nelle trattative del vicepresidente JD Vance e poi ha ringraziato sia Modi sia il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif per la loro «saggezza, prudenza e leadership». Di nuovo: entrambi.

Diversi funzionari che hanno parlato con Bloomberg, peraltro, hanno detto che anche le modalità dell’annuncio stesso non erano state concordate fra India e Stati Uniti: Bloomberg spiega che questo ha provocato della «rabbia» fra alcuni importanti funzionari indiani.

Nei giorni successivi i funzionari indiani hanno poi cercato di minimizzare e ridimensionare il ruolo di mediazione degli Stati Uniti. Il New York Times ha scritto che domenica un importante funzionario indiano che ha preferito rimanere anonimo ha riconosciuto che gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo nelle trattative, ma ha precisato che l’India ha deciso da sola di concludere un accordo col Pakistan.

Da anni l’India cerca di inquadrare i propri scontri col Pakistan come una questione bilaterale fra i due paesi: sia per evitare di dover rendere conto alla comunità internazionale sia per far valere la maggiore forza economica e militare e quindi trovare un accordo più favorevole.

Non è chiaro perché Trump si sia comportato in questo modo, se per esempio all’interno dell’amministrazione statunitense siano in corso delle riflessioni su una maggiore distanza da tenere rispetto al governo di Modi, per qualche ragione. Va detto che a Trump piace moltissimo promuoversi come un leader molto coinvolto a livello internazionale e soprattutto in grado di trovare dei compromessi pacifici fra paesi in guerra.