Stati Uniti e Cina si sono accordati per ridurre i dazi

Hanno annunciato una sospensione di 90 giorni, che porterà quelli statunitensi al 30 per cento e quelli cinesi al 10: le borse festeggiano

Il segretario al Tesoro, Scott Bessent, insieme al rappresentante per il Commercio, Jamieson Greer, durante la conferenza stampa del 12 maggio a Ginevra, in Svizzera (Jean-Christophe Bott/Keystone via AP)
Il rappresentante per il Commercio, Jamieson Greer, insieme al segretario al Tesoro, Scott Bessent, durante la conferenza stampa del 12 maggio a Ginevra in Svizzera (Jean-Christophe Bott/Keystone via AP)
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Lunedì i governi di Stati Uniti e Cina hanno annunciato di essersi accordati per ridurre per 90 giorni i dazi che si erano imposti a vicenda (quelli cinesi erano in reazione a quelli esorbitanti annunciati dal presidente Donald Trump). In base alle condizioni concordate in Svizzera, dove i negoziatori dei due paesi avevano iniziato a trattare questo fine settimana, gli Stati Uniti abbasseranno dal 145 al 30 per cento i dazi sulle merci cinesi e la Cina dal 125 al 10 per cento quelli sulle merci statunitensi.

Entrambi, quindi, li hanno ridotti dello stesso parametro: il 115 per cento. Quelli statunitensi resteranno più alti perché verranno quasi completamente azzerati quelli definiti erroneamente “reciproci” da Trump: passeranno dal 90 al 10 per cento. Rimarranno, invece, quelli del 20 per cento imposti per la storia del fentanyl (un oppioide che dà forte dipendenza e che negli ultimi anni ha creato un vasto mercato illegale negli Stati Uniti e una gravissima crisi sanitaria). Trump l’aveva usata, sostenendo che i governi non facessero abbastanza per contrastare la diffusione del fentanyl, anche per i dazi a Canada e Messico.

Un negozio della Nike a Pechino, l'11 maggio

Un negozio della Nike a Pechino, l’11 maggio (AP Photo/Andy Wong)

L’accordo è stato presentato come una sospensione dei dazi, non come la loro cancellazione, e nel frattempo i due paesi continueranno a trattare. Ci sono tempi tecnici per implementarlo: il governo cinese ha detto che verranno rimossi a partire dal 14 maggio, mercoledì.

Stati Uniti e Cina si erano impelagati in una guerra commerciale dai primi di aprile. Quando il 9 aprile, dopo il crollo dei mercati e su pressione di alcuni consiglieri, Trump si era convinto a sospendere i dazi verso la maggior parte dei paesi (inclusa l’Europa), aveva però mantenuto quelli sulle merci cinesi, e anzi li aveva alzati. La Cina aveva risposto. I dazi avevano raggiunto un livello che rendeva impossibile il commercio tra i due paesi, danneggiandoli entrambi.

Il segretario al Tesoro, Scott Bessent, col rappresentante per il Commercio, Jamieson Greer, a Ginevra in Svizzera, l'11 maggio

Il segretario al Tesoro, Scott Bessent, col rappresentante per il Commercio, Jamieson Greer, a Ginevra in Svizzera, l’11 maggio (Martial Trezzini/Keystone via AP)

Le economie di Cina e Stati Uniti, infatti, sono fortemente interconnesse. Nel 2024 si sono scambiati beni per un valore totale di 582 miliardi di dollari: gli Stati Uniti hanno esportato beni per 143 miliardi, mentre la Cina ha esportato beni per 439 miliardi. Il deficit commerciale degli Stati Uniti, cioè la differenza tra ciò che un paese esporta e ciò che importa, è di circa 295 miliardi. Per gli Stati Uniti le importazioni dalla Cina sono il 13 per cento del totale, per la Cina le esportazioni negli Stati Uniti valgono il 15 per cento del totale.

Container nel porto di Los Angeles, lo scorso aprile

Container nel porto di Los Angeles, lo scorso aprile (AP Photo/Damian Dovarganes)

L’amministrazione Trump vuole ridurre questa interconnessione, ritenendo che avvantaggi la Cina e indebolisca gli Stati Uniti. La Cina infatti è di gran lunga il più importante partner commerciale degli Stati Uniti, ma anche quello con cui gli Stati Uniti hanno il maggior deficit. Gli scambi commerciali sono calati negli ultimi anni (nel 2021 le importazioni dalla Cina erano il 21 per cento di quelle totali statunitensi), anche come risultato della prima guerra commerciale iniziata durante il primo mandato di Trump. Ci sono anche motivazioni politiche: gli Stati Uniti vedono nella Cina il loro più temibile avversario non soltanto economico, ma anche militare.

L’annuncio di sospensione dei dazi ha dato un impulso molto positivo alle borse di tutto il mondo, dopo settimane in cui la prospettiva di una prolungata guerra commerciale aveva causato notevoli perdite: sono in rialzo sia i principali indici delle borse europee che quelli dei mercati statunitensi; le borse asiatiche erano invece già chiuse al momento dell’annuncio. Sono andati in rialzo anche il prezzo del petrolio e il dollaro, dopo un lungo periodo di cali: significa che ora gli investitori vedono prospettive migliori per l’economia degli Stati Uniti, a differenza del pessimismo diffuso fino a prima dell’annuncio.

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