Nissan, in crisi da anni, licenzierà 11mila dipendenti e chiuderà sette fabbriche

Una fabbrica di assemblaggio della Nissan nel Sunderland, nel Regno Unito, nel 2019 (Christopher Furlong/Getty Images)
Una fabbrica di assemblaggio della Nissan nel Sunderland, nel Regno Unito, nel 2019 (Christopher Furlong/Getty Images)

La casa automobilistica giapponese Nissan ha detto che licenzierà 11mila dipendenti e chiuderà sette delle sue diciassette fabbriche in tutto il mondo entro il 2027 a causa di una grande crisi che va avanti da anni: lo scorso novembre Nissan aveva detto che avrebbe licenziato 9mila dipendenti, che aggiunti a quelli annunciati oggi portano il totale a 20mila, circa il 15 per cento della sua forza lavoro globale (circa 133mila persone). I posti di lavoro che verranno eliminati sono soprattutto nel reparto della produzione, ma riguarderanno un po’ tutti i dipartimenti dell’azienda.

Gli alti dazi imposti da Donald Trump sulle importazioni del settore automobilistico sono solo l’ultimo dei problemi che l’azienda deve affrontare. Da diversi anni infatti le vendite di Nissan sono in calo a causa principalmente di una diminuzione della domanda dalla Cina e dagli Stati Uniti, i suoi due principali mercati, per via di una maggiore competizione da parte dei produttori cinesi di automobili economiche. A fine marzo l’azienda ha registrato una perdita totale dell’equivalente di oltre 4 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi, rispetto a un profitto di 2,6 miliardi di euro nel periodo precedente, già in calo rispetto al passato.

A febbraio era inoltre fallito il tentativo di fusione con due altre grandi case automobilistiche giapponesi, Honda e Mitsubishi. I problemi economici di Nissan sono anche legati a uno scandalo finanziario che nel 2018 portò all’arresto del suo ex amministratore delegato Carlos Ghosn, poi fuggito in Libano in maniera molto rocambolesca.