• Mondo
  • Domenica 18 maggio 2025

In Romania il candidato europeista ha vinto le presidenziali

Nicușor Dan ha battuto il sovranista George Simion, anche grazie all'affluenza altissima

Il discorso di Nicușor Dan dopo la diffusione degli exit poll, il 18 maggio a Bucarest
Il discorso di Nicușor Dan dopo la diffusione degli exit poll, il 18 maggio a Bucarest (EPA/BOGDAN CRISTEL)
Caricamento player

In Romania l’europeista Nicușor Dan ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali contro il sovranista George Simion. Dan ha ottenuto il 53,6 per cento di voti e Simion il 46,4 per cento. Al secondo turno hanno votato molte più persone che al primo, e questo probabilmente ha fatto la differenza. Il dato finale dell’affluenza è stato del 64,72 per cento, il più alto degli ultimi vent’anni, ben superiore a quella del primo turno che era stata del 53,2 per cento. Complessivamente hanno votato più di 11 milioni e mezzo di elettori ed elettrici, rispetto ai 9,4 milioni di due settimane fa.

Gli analisti si aspettavano che una grossa partecipazione e mobilitazione – mosse dal timore di un presidente di estrema destra come Simion, che aveva vinto nettamente il primo turno – avrebbero potuto favorire Dan, come sembra sia avvenuto.

Festeggiamenti a Budapest per il primo posto di Dan, il 18 maggio

Festeggiamenti a Bucarest per il primo posto di Dan, il 18 maggio (AP Photo/Vadim Ghirda)

Dan ha 55 anni, un dottorato in Matematica e ha studiato anche alla Sorbona di Parigi. È conosciuto soprattutto perché dal 2020 è sindaco della capitale Bucarest (l’anno scorso è stato rieletto). Anche per quest’incarico si era candidato come indipendente dopo essersi distinto come attivista nelle campagne contro la corruzione, locale e nazionale, e per salvare «dagli squali immobiliaristi» i palazzi storici.

Simion e Dan sono distantissimi politicamente ma sono accomunati dal fatto di essere entrambi candidati anti-sistema, cioè esterni ai partiti istituzionali che con coalizioni variabili governano da molti anni, percepiti da molti romeni come corrotti e inefficienti. Il rigetto verso questi partiti spiega perché non abbia passato il primo turno Crin Antonescu, terzo, il candidato della coalizione del governo che è caduto proprio a causa di quel pessimo risultato.

Il discorso di George Simion dopo la diffusione degli exit poll, a Bucarest il 18 maggio

Il discorso di George Simion dopo la diffusione degli exit poll, a Bucarest il 18 maggio (AP Photo/Vadim Ghirda)

Il primo turno di due settimane fa era la ripetizione di quello dello scorso novembre, che era stato vinto a sorpresa dall’ultranazionalista Călin Georgescu e poi annullato dalla Corte costituzionale perché l’intelligence aveva riscontrato interferenze russe a suo favore. A marzo Georgescu era stato escluso dalle nuove presidenziali nell’ambito delle indagini su quelle interferenze.

Dan era sostenuto apertamente, tra i partiti maggiori, solo dai Liberali (PNL) e dall’Unione Salva Romania (USR), che aveva fondato nel 2015 prima di uscirne. I Socialdemocratici (PSD) che avevano vinto le elezioni parlamentari di dicembre, invece, hanno lasciato libertà di voto (malgrado il nome sarebbe difficile classificarli come progressisti e hanno posizioni assai conservatrici soprattutto sui diritti civili). Simion era stato invece appoggiato da Victor Ponta, un ex primo ministro che al primo turno era arrivato quarto col 13 per cento. Soprattutto, poteva contare sul sostegno di Georgescu, che aveva promesso di nominare primo ministro in caso di vittoria.

– Leggi anche: In Romania entrambi i candidati sono anti-sistema, in modo diverso