Il Regno Unito ha sospeso i negoziati su un accordo commerciale con Israele per via della nuova offensiva nella Striscia di Gaza

Martedì il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha annunciato che il governo britannico ha sospeso i negoziati in corso per un nuovo accordo commerciale con Israele per via della recenti azioni con cui ha esteso l’occupazione della Striscia di Gaza. Ha aggiunto che verrà più in generale rivista la relazione fra i due paesi, che nel maggio del 2023 avevano firmato un piano di cooperazione bilaterale fino al 2030. Lammy ha inoltre convocato l’ambasciatore israeliano nel Regno Unito per parlare della questione e imposto sanzioni su alcuni coloni israeliani che abitano in Cisgiordania, fra cui Daniella Weiss, una delle più note e radicali esponenti della comunità israeliana nell’area. Il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein, ha risposto dicendo che la «pressione esterna non farà deviare Israele» dall’obiettivo dichiarato di occupare tutta la Striscia di Gaza.
Oltre a espandere le sue operazioni nella Striscia di Gaza, da più di due mesi Israele stava bloccando l’ingresso di tutti gli aiuti nella Striscia: Lammy ha definito la situazione «intollerabile» e «abominevole» e il blocco degli aiuti «indifendibile». Solo da lunedì, dopo alcuni giorni in cui l’amministrazione statunitense aveva mostrato segni di esasperazione in merito, il governo israeliano ha iniziato a permettere l’ingresso di alcuni camion, un numero al momento insufficiente rispetto alle necessità della popolazione palestinese dell’area. Lo stesso giorno i leader di Regno Unito, Canada e Francia avevano diffuso un comunicato congiunto che condannava la gestione della crisi umanitaria in corso a Gaza da parte di Israele, minacciando ritorsioni.
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