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  • Venerdì 23 maggio 2025

Gli Stati Uniti smetteranno di produrre i penny

Cioè le monete da 1 centesimo, dato che farne una costa più del triplo del suo valore: lo aveva chiesto Donald Trump

Penny appena coniati, nel 2007 (AP Photo/David Zalubowski)
Penny appena coniati, nel 2007 (AP Photo/David Zalubowski)
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Il dipartimento del Tesoro statunitense (cioè il ministero dell’Economia) ha annunciato che smetterà di acquistare i materiali con cui produce le monete da un centesimo, che nei paesi anglosassoni vengono chiamati penny, e che una volta esaurite le scorte smetterà di fabbricare le monete stesse. È una misura discussa da tempo negli Stati Uniti: lo aveva chiesto all’inizio del suo mandato Donald Trump, ma anche Barack Obama li aveva criticati, più di dieci anni fa. Il motivo principale per cui è stato deciso di interromperne la produzione è che per fare ciascuna moneta da un centesimo il dipartimento del Tesoro spende 3,69 centesimi.

Il costo di produzione è aumentato molto negli ultimi dieci anni: nel 2015 fare una moneta da un centesimo costava 1,3 centesimi di dollaro. L’aumento del prezzo ha a che fare principalmente con l’aumento dei costi delle materie prime. Negli Stati Uniti i penny sono fatti al 97,5 per cento di zinco e sono ricoperti di bronzo, che ammonta al restante 2,5 per cento della loro composizione. La fine della produzione farà risparmiare ogni anno 56 milioni di dollari al governo, che conta di ottenere risparmi ancora maggiori una volta che gli impianti di produzione dei penny saranno riconvertiti ad altri scopi.

Il dipartimento del Tesoro non ha detto se i negozianti dovranno arrotondare i prezzi alla moneta più vicina, cioè quella da cinque centesimi (detta anche nickel, o nichelino). È possibile però che entro pochi anni sarà più conveniente o pratico farlo. Anche produrre i nichelini non è economico: per ognuno di essi il dipartimento spende 13,78 centesimi. Sono le due monete che negli Stati Uniti costano più di quanto valgano, e ormai è così da vent’anni.

Dischetti di zinco pronti per essere trasformati in penny, nel 2007: a maggio la zecca statunitense ha ordinato l’ultimo carico di questi dischetti (AP Photo/David Zalubowski)

Nel paese circola ancora moltissimo contante: circolano 114 miliardi di penny, e l’anno scorso la zecca statunitense ne ha prodotti 3,22 miliardi. È comunque una diminuzione significativa rispetto a pochi anni fa: nel 2015 ne vennero coniati 9,36 miliardi. La diminuzione del loro utilizzo ha a che vedere fra le altre cose con la maggiore popolarità dei pagamenti elettronici, ma anche con l’inflazione.

Un tempo un centesimo aveva un potere di acquisto molto maggiore, poi diminuito a causa dei processi di inflazione: quello di un centesimo nel 1925 per esempio era uguale a quello di 19 centesimi di oggi. Negli anni quindi le monetine sono passate dal poter acquistare da sole alcuni beni, al servire solamente per raggiungere la somma esatta di un acquisto, una cosa che per molti consumatori è superflua, dato che comunque ottengono il resto.

Alcuni penny da collezione: quello più a destra è stato coniato nel 1909, anno in cui si iniziò a imprimere il volto di Abraham Lincoln sulle monete da un centesimo (AP Photo/RG)

Proprio questo meccanismo causa un processo un po’ paradossale nella circolazione e nella produzione delle monete di piccolo taglio. A differenza di quelle monete di valore maggiore e proprio perché valgono meno e hanno un’utilità limitata, le persone tendono ad accumularle in casa, anziché portarsele in giro e usarle: finiscono quindi per sparire dalla circolazione. Nei paesi in cui vengono ancora coniate le monete da un centesimo, per esempio, occorre produrne sempre una quantità relativamente alta, nonostante il loro utilizzo sia molto diminuito.

In Italia e in diversi altri paesi europei in effetti il conio di monete da uno e due centesimi è già stato interrotto. In Italia è successo nel 2018: da quell’anno per legge il valore delle transazioni pagate in contanti viene arrotondato al multiplo di cinque centesimi più vicino. Una ridotta quantità di monete viene comunque coniata per il collezionismo, e le monete, anche coniate negli altri paesi, continuano ad avere valore legale.

– Leggi anche: Il grande problema delle piccole monete