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  • Domenica 25 maggio 2025

Internet è pieno di citazioni false di Winnie the Pooh

Cioè dei libri e dei cartoni animati in cui è protagonista, un fenomeno che lo accomuna ad Abraham Lincoln, Albert Einstein e al Dalai Lama

Un'immagine di Winnie The Pooh insieme al maialino Pimpi; sopra di loro una scritta che dice "Che fortunato che sono, ad avere qualcosa a cui è così difficile dire addio"
Una delle più celebri citazioni che Winnie the Pooh non ha mai pronunciato
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Scrollando tra le immagini associate ad aforismi che si trovano su internet si incontrano molte citazioni attribuite a un numero piuttosto limitato di personaggi famosi. E molto spesso si tratta di citazioni false. Succede per esempio con lo scrittore Ernest Hemingway e con Albert Einstein, con il Dalai Lama e Jim Morrison. Esistono addirittura dei meme che prendono in giro questo fenomeno, come quello in cui il volto del sedicesimo presidente degli Stati Uniti è accompagnato dalla frase: «“Non credere a tutto quello che leggi su internet solo perché c’è una foto con una citazione di fianco” – Abraham Lincoln».

Tra i personaggi che compaiono di più in questo genere di contenuti c’è probabilmente Winnie the Pooh, l’orsetto antropomorfo giallo creato dallo scrittore inglese Alan Alexander Milne negli anni Venti del secolo scorso. Diventato famoso prima grazie a due libri per ragazzi e poi per una serie di cartoni animati di Disney, Winnie the Pooh è spesso associato a un certo tipo di innocenza, spontaneità e semplicità d’animo, riflesse spesso nelle citazioni a lui attribuite. Forse la più diffusa è quella che compare nell’immagine in cima a questo articolo, in cui Pooh dice: «Che fortunato che sono, ad avere qualcosa a cui è così difficile dire addio».

Un altro esempio è il dialogo tra Pimpi e Pooh che dice: «“Come si scrive amore?” “Non lo si scrive, lo si sente”». E ancora la frase: «Promettimi che ricorderai sempre che sei più coraggioso di quanto credi, più forte di quanto sembri e più intelligente di quanto pensi».

Illustrazione con Pimpi e Winnie the Pooh che si tengono per mano e dicono: «“Come si scrive amore?” “Non si scrive, si sente”»

Uno scambio tra Winnie the Pooh e Pimpi che si trova molto online, ma che non è presente in nessuna storia originale che include questi due personaggi

Online, queste citazioni sono ovunque: su siti come Etsy, per esempio, si possono comprare magliette, felpe, poster, tazze e portachiavi con ognuna di queste frasi. Nessuna però è mai stata davvero pronunciata da Winnie the Pooh, né nei libri di Milne né nelle tante serie tv e film che vedono l’orsetto protagonista.

«Il Pooh di Milne non pronuncerebbe mai nulla di questo genere, ma se la vostra fonte di conoscenza principale su Winnie the Pooh sono i meme su internet, è possibile che pensiate che ne rispecchino lo spirito», ha scritto Uri Bram sulla rivista culturale Dirt. «È un fenomeno quasi surreale: una sorta di Pooh fantasma infesta internet, camminando mano nella mano con Pimpi verso il tramonto. Ed è molto più sdolcinato di qualsiasi cosa Milne abbia mai creato».

Illustrazione di Winnie the Pooh accompagnata dalla frase: «La gente dice che niente è impossibile, ma niente è quello che io faccio ogni giorno. Winnie the Pooh»

Una finta citazione di Winnie the Pooh che dice «La gente dice che niente è impossibile, ma niente è quello che io faccio ogni giorno»

Bram ha intervistato William Levack, un fisioterapista neozelandese che insegna alla University of Otago Wellington, di cui è anche preside. Da anni Levack cura il sito Pooh Misquoted, dove raccoglie citazioni corrette, errate «o al limite del trolling» che vengono attribuite a Pooh e ai suoi amici su internet. Secondo Levack, le uniche citazioni di Winnie the Pooh che possono essere considerate “canoniche”, e quindi corrette, sono quelle che si trovano nei due libri di Milne – disponibili in italiano nelle edizioni di Salani, Winnie Puh (1926) e La strada di Winnie Puh (1928) – e quelle che vengono pronunciate nei 13 film e nelle quattro serie televisive prodotte da Disney a partire dal 1961. Ogni tanto, dice, le citazioni provenienti dalle trasposizioni Disney vengono attribuite a Milne, il che non è corretto, ma è una cosa che succede relativamente di rado.

Molte citazioni attribuite erroneamente a Winnie the Pooh o a Milne infatti provengono da un libro di aforismi «ispirato ad A.A. Milne» che fu pubblicato da un’autrice poco conosciuta di nome Joan Powers negli anni Novanta. Ancora più spesso poi arrivano da fonti che con Winnie the Pooh e il suo universo non c’entrano assolutamente nulla.

Per esempio, la frase «Che fortunato che sono, ad avere qualcosa a cui è così difficile dire addio», viene dal film del 1975 Una finestra sul cielo, che racconta la storia della sciatrice Jill Kinmont, rimasta paralizzata poco prima delle Olimpiadi invernali del 1956 a cui avrebbe dovuto partecipare. Verso la fine del film, uno dei personaggi ricorda che un amico una volta gli aveva detto: «Che fortunato che sono ad aver conosciuto qualcuno e qualcosa a cui è così schifosamente difficile dire addio» («How lucky I am to have known somebody and something that saying goodbye to is so damned awful»).

Levack ritiene che sia piuttosto facile riconoscere una citazione originale di Milne da una falsa, per chi ne ha letto i libri. «Il modo in cui parlano i suoi personaggi ha uno stile specifico», spiega: «il Pooh di Milne non usa parole complesse e non fa mai discorsi esplicitamente filosofici: qualsiasi riferimento esplicito alla morte o all’amore vi dovrebbe far insospettire». Il Pooh originale dice cose come «sono un orso con pochissimo cervello e le parole lunghe mi danno fastidio».

Bram, l’autore dell’articolo su Dirt, fornisce varie ipotesi sulle ragioni per cui proprio Winnie the Pooh – come Einstein, e il Dalai Lama – sia citato a sproposito così di frequente online.

La prima è che, semplicemente, questi personaggi sono molto famosi e le persone spesso sentono parlare di loro per la prima volta attraverso aforismi o, ai giorni d’oggi, meme, e quindi sono più inclini ad associarli a questo genere di frasi apparentemente sagge, ma di fatto banali: «le persone vogliono attribuire citazioni a persone di cui hanno già sentito parlare, e una volta che molte citazioni vengono attribuite alla stessa persona, quella persona diventa qualcuno a cui diventa ancora più facile attribuire citazioni».

Oscar Wilde, per esempio, ha scritto interi libri di aforismi, ed è difficile che qualcuno che vede una frase attribuita a lui si insospettisca e pensi che non possa davvero averla scritta o pronunciata.

Illustrazione con WInnie the Pooh che chiede a Pimpi «Come si diventa una farfalla?» e Pimpi che risponde «Devi desiderare di volare così tanto da essere disposto a rinunciare di essere un bruco»

Una citazione dal romanzo Hope for the Flowers di Trina Paulus, trasformata in una conversazione tra Winnie the Pooh e Pimpi

A questo forse si aggiunge il fatto che ci interessano e troviamo più convincenti le citazioni di persone generalmente considerate sagge ed esempi di virtù: Lincoln è uno dei pochi politici americani che tutti apprezzano, Einstein è noto come genio della fisica ma anche come persona dai saldi principi morali, che cercò di difendere il mondo dalle armi atomiche e favorire la pace, e il Dalai Lama è visto come un generale un modello di virtù, anche da chi non sa nulla di buddismo.

– Leggi anche: Quando il Dalai Lama fuggì dal Tibet, attraverso l’Himalaya

In questo contesto, a Winnie the Pooh vengono attribuite soprattutto frasi che suonano un po’ infantili, banali ma tenere: quelle che pronuncerebbe un orso di pezza, insomma. Secondo Bram, il punto è che le persone che vogliono apprezzare quel genere di aforisma un po’ sempliciotto preferiscono credere che queste frasi siano state pronunciate da un personaggio che considerano profondo: meglio credere che una frase sul dolore del distacco venga da un personaggio a cui siamo affezionati dall’infanzia che da un film drammatico e mezzo dimenticato degli anni Settanta.

Levack trova il tutto piuttosto ironico. «Non credo che Milne vedesse Pooh come un personaggio dal particolare significato filosofico», ha spiegato: «la cosa davvero adorabile di lui è che non è un personaggio profondo, è solo molto innocente».