Dati e mappe per capire come Silvia Salis ha vinto a Genova
Di quanto ha vinto, dove ha vinto, qual è il partito più votato, come è andata rispetto alle ultime elezioni

Ci sono alcuni dati interessanti che aiutano a spiegare i risultati delle elezioni comunali di Genova, vinte nettamente al primo turno dalla candidata del centrosinistra Silvia Salis: per esempio vale la pena capire come sono cambiate le cose rispetto alle comunali di tre anni fa e alle elezioni regionali di meno di un anno fa, quante persone hanno votato, come se la sono cavata i partiti e soprattutto come è cambiata la distribuzione del voto nei quartieri della città.
I risultati definitivi hanno confermato le indicazioni dei sondaggi commissionati durante la campagna elettorale che davano Silvia Salis vincente senza troppi problemi contro il candidato del centrodestra, il vicesindaco Pietro Piciocchi. Già alla diffusione dei primi exit poll si era capito che per il centrodestra c’erano poche possibilità di evitare una sconfitta al primo turno. Salis si è imposta con il 51,48 per cento dei voti, Piciocchi si è fermato al 44,2 per cento. Il distacco è stato molto ampio, di oltre sette punti percentuali e 17.629 voti (su circa 242mila).
Gli altri candidati si sono dovuti accontentare di pochi voti. Nessuno è riuscito a superare il 2 per cento: Mattia Crucioli di Uniti per la costituzione ha ottenuto l’1,45%, Antonella Marras della sinistra l’1,29, Francesco Toscano lo 0,78%, Raffaella Gualco lo 0,52 e Cinzia Ronzitti del partito comunista dei lavoratori 0,27%.
Proprio sul distacco tra centrosinistra e centrodestra si può fare qualche considerazione, perché a Genova la differenza tra le due coalizioni è stata molto simile a quella emersa dalle elezioni regionali dello scorso anno. Andrea Orlando, allora candidato del centrosinistra, perse le elezioni in tutta la regione, ma nella città di Genova riuscì a superare il candidato del centrodestra Marco Bucci di otto punti percentuali. Fu un risultato piuttosto eclatante, segnale evidente della crisi del centrodestra genovese.
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Bucci infatti governava Genova da sette anni, eletto per la prima volta nel 2017 e una seconda volta nel 2022. Era stato candidato alle elezioni regionali, poi vinte grazie ai risultati ottenuti nelle altre province, perché considerato un sindaco capace, apprezzato per il suo impegno dopo il crollo del ponte Morandi.
Pochi mesi fa, dopo le regionali, il pessimo risultato ottenuto in città dal centrodestra era stato attribuito soprattutto all’inchiesta per corruzione che aveva coinvolto l’ex presidente della Regione Giovanni Toti, anche lui di centrodestra. A Genova non si era parlato d’altro per mesi. Toti si era dimesso e ha infine patteggiato una pena di due anni e tre mesi, convertita in 1.620 ore di lavori di pubblica utilità.
L’inchiesta aveva rivelato estesamente come venivano gestite alcune importanti decisioni politiche ed economiche in particolare sul porto, centrale per l’economia della città. «L’impressione, da qualsiasi latitudine politica si guardi a quanto accaduto nell’ultimo anno, è che un ciclo sia finito», ha scritto il Secolo XIX. «In sei mesi i genovesi hanno votato praticamente nello stesso modo, a prescindere dal candidato di centrosinistra ma manifestando in entrambi i casi la volontà di bocciare con decisione la giunta uscente».
Un altro dato interessante riguarda l’affluenza, più alta rispetto alle elezioni comunali del 2022 vinte da Bucci. All’epoca votò solo il 44,1 per cento, sabato e domenica il 51,91 per cento, in crescita di quasi due punti percentuali anche rispetto alle regionali dello scorso anno (per quanto comunque molto bassa). Questa mappa mostra l’affluenza in tutte le sezioni della città.
Nel festeggiare la vittoria Silvia Salis ha detto che il campo progressista può vincere potenzialmente ovunque. Campo progressista è l’espressione con cui viene indicata l’ampia alleanza di tutti i partiti ora all’opposizione del governo di destra, mentre “campo largo” è il nome dato all’alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.
A differenza delle ultime regionali, quando Italia Viva decise di non sostenere Andrea Orlando, Silvia Salis è riuscita a mettere d’accordo tutti. «Credo che Genova in questa campagna elettorale abbia dimostrato come la destra sia legittimata solo dalla non unione del campo progressista perché quando il campo progressista si unisce e si mettono a confronto due classi dirigenti, quella della destra e quella del campo progressista, non c’è paragone», ha detto Salis.
Nella coalizione del centrosinistra è andato particolarmente bene il Partito Democratico, primo tra i partiti con poco più del 29 per cento dei voti, quasi otto punti percentuali in più rispetto alle elezioni regionali. Notevole anche il risultato della lista civica di Salis che ha raggiunto l’8,3 per cento dei voti. Alleanza Verdi e Sinistra ha ottenuto il 6,91, mentre il Movimento 5 Stelle poco più del 5 per cento.
Nel centrodestra invece Fratelli d’Italia non è andato oltre il 12,44 per cento, poco più della lista civica Piciocchi sindaco. La Lega non è arrivata nemmeno al 7 per cento.
Come si può notare dalla mappa dei risultati in tutte le sezioni, Silvia Salis ha vinto in tre quarti di città, dal centro storico fino alla zona di Ponente, compresa la Valpolcevera. Piciocchi è riuscito a mantenere soltanto alcune delle zone storicamente di centrodestra come il Levante e parte della Valbisagno.
Durante lo scrutinio diversi osservatori hanno tenuto d’occhio i risultati in Valpolcevera, storicamente di sinistra e vinta da Bucci nel 2022 dopo la ricostruzione del ponte Morandi. Stavolta è tornata al centrosinistra, che è riuscito a riconquistare molte altre zone vinte da Bucci nel 2022 come Sampierdarena, Cornigliano, Sestri Ponente, Pra’ e Pegli.
Questa mappa mostra invece i risultati di tre anni fa, nel 2022, quando vinse Marco Bucci che ora è presidente della regione Liguria.