La nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza non sembra risolutiva
Prevede 60 giorni di interruzione della guerra, in cambio della riconsegna di ostaggi, senza garanzie sul futuro

L’amministrazione statunitense di Donald Trump ha detto di aver presentato ad Hamas una proposta di cessate il fuoco temporaneo nella Striscia di Gaza approvata da Israele. Prevede una sospensione degli attacchi di Israele per 60 giorni, in cambio del rilascio di 10 ostaggi e delle riconsegna dei corpi di altri 18. Nonostante l’ottimismo del governo statunitense, una prima reazione ufficiale di Hamas non è stata positiva. Il gruppo ha detto in un comunicato che sta studiando la proposta, ma che questa non fornisce garanzie su una fine definitiva della guerra.
L’ultimo cessate il fuoco fra Israele e Hamas era entrato in vigore nel gennaio del 2025 ed era stato violato da Israele il 18 marzo, quando l’esercito aveva ripreso i bombardamenti e poi le operazioni militari all’interno della Striscia. Allora il governo di Benjamin Netanyahu si era rifiutato di discutere la terza fase dell’accordo, quella che avrebbe dovuto portare a una pace definitiva. In seguito vari esponenti del governo, a partire dal primo ministro, hanno detto di voler continuare la guerra fino alla «distruzione completa» di Hamas.
La proposta attuale non si discosta molto dalla linea tenuta da Israele fino a oggi. Prevede infatti la restituzione di parte degli ostaggi ancora in mano ad Hamas in cambio di una sospensione temporanea delle operazioni militari, della liberazione di 125 prigionieri palestinesi e della riconsegna di 180 corpi di palestinesi. L’amministrazione statunitense ha inoltre detto che con il cessate il fuoco riprenderebbero immediatamente le consegne di cibo, acqua e medicine, ora quasi completamente bloccate da Israele.
Nelle ultime settimane erano aumentate le pressioni sul governo israeliano per l’interruzione della guerra e dell’assedio alla popolazione civile palestinese. Il governo di Netanyahu deve inoltre rispondere alle proteste interne provenienti dalle famiglie degli ostaggi, che lo accusano di aver abbandonato ogni tentativo di riportarli a casa. L’attuale proposta di cessate il fuoco è una risposta parziale a queste pressioni e segna un riavvicinamento fra il governo israeliano e l’amministrazione del presidente Trump, che era sembrato diventare più critico verso l’alleato.