Le regioni italiane che stanno prendendo posizione contro Israele
La Puglia e l’Emilia-Romagna hanno interrotto le relazioni istituzionali, la Toscana ci sta pensando

Negli ultimi giorni due regioni – la Puglia e l’Emilia-Romagna, entrambe governate dal centrosinistra – hanno interrotto le relazioni istituzionali con Israele per condannare i bombardamenti dell’esercito israeliano che hanno ucciso decine di migliaia di civili nella Striscia di Gaza: significa che i rappresentanti delle regioni, a partire dai presidenti, non potranno incontrare diplomatici israeliani e che non potranno essere organizzati eventi in collaborazione con istituzioni israeliane. L’interruzione delle relazioni istituzionali ha un valore più politico che economico, perché entrambe le regioni attualmente non hanno scambi commerciali attivi con Israele.
La prima istituzione italiana a muoversi contro Israele in realtà è stato il comune di Bari, che già lo scorso gennaio aveva approvato una mozione per impegnare il sindaco Vito Leccese a trasmettere al governo italiano la richiesta di riconoscimento dello Stato della Palestina come entità sovrana e indipendente. A quell’atto negli ultimi giorni ne è seguito un altro, che ha dato il via alle mozioni delle regioni. Giovedì 29 maggio infatti il sindaco Leccese ha consegnato le chiavi della città (un riconoscimento simbolico) a Wael Al-Dahdouh, giornalista palestinese caporedattore di Al Jazeera a Gaza. Negli ultimi due anni i bombardamenti dell’esercito israeliano hanno ucciso molti suoi famigliari, tra cui tre figli e la moglie.
Nello stesso giorno il consiglio comunale di Bari ha approvato una mozione per interrompere le relazioni istituzionali con Israele chiedendo «la più ferma condanna del terrorismo e dei crimini di guerra perpetrati nella striscia di Gaza». La mozione ricorda «la persistente violazione dei diritti umani da parte del governo Netanyahu» e chiede quindi «di interrompere ogni rapporto commerciale con lo Stato di Israele sino a quando non porrà fine all’intervento militare nella Striscia di Gaza».
In particolare il documento approvato dal comune di Bari dichiara «non gradita, anche per le prossime edizioni della Fiera del Levante e nei saloni specializzati, la partecipazione in qualsiasi forma dello Stato di Israele, o di suoi rappresentanti» fino a quando non finirà l’intervento militare nella Striscia di Gaza e la violazione dei diritti umani della popolazione civile.
La presa di posizione della regione Puglia è simile. Il presidente Michele Emiliano ha invitato tutti i dirigenti e i dipendenti della regione, delle agenzie regionali e delle società partecipate a interrompere qualsiasi rapporto con rappresentanti istituzionali del governo israeliano e con tutti i diplomatici o i rappresentanti «che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella Striscia di Gaza». Emiliano ha specificato che quella della Puglia è una posizione nei confronti del governo di Benjamin Netanyahu, non del popolo israeliano.
Una precisazione simile è stata fatta da Michele de Pascale, presidente dell’Emilia-Romagna, l’altra regione che ha interrotto i rapporti istituzionali con Israele replicando di fatto l’iniziativa pugliese. La regione, ha detto de Pascale nel tentativo di prevenire accuse di antisemitismo, ha promosso la pace tra israeliani e palestinesi e ha condannato senza ambiguità la violenza di Hamas, oltre a chiedere più volte la liberazione degli ostaggi. Anche il comune di Bologna ha aderito all’interruzione delle relazioni istituzionali.
Il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, invece ha annunciato l’approvazione di una mozione per chiedere al governo italiano il riconoscimento dello Stato palestinese, come aveva già fatto il comune di Bari. Giani intende presentare una legge di iniziativa regionale, che deve essere sostenuta da almeno cinque regioni per essere presentata al parlamento. Secondo il Corriere Fiorentino, Giani starebbe valutando di seguire la Puglia e l’Emilia-Romagna interrompendo le relazioni istituzionali con Israele.
Tutte e tre le regioni sono governate da una maggioranza di centrosinistra, motivo per cui queste prese di posizione potrebbero generare contrasti con il governo, che invece intende mantenere i rapporti con lo Stato israeliano (anche se lo fa con sempre maggiore difficoltà). Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato l’iniziativa della Puglia dicendo che la politica estera è una prerogativa del governo, non delle regioni.
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