Le contestate dichiarazioni di un senatore di Fratelli d’Italia sui bambini in carcere
Gianni Berrino ha commentato in aula le novità del decreto Sicurezza sulle donne incinte o con figli che commettono reati, tra le proteste dell'opposizione

Il senatore di Fratelli d’Italia Gianni Berrino, capogruppo in commissione Giustizia, ha fatto un intervento in aula molto criticato dalle opposizioni durante la discussione sul cosiddetto “decreto Sicurezza”, poi convertito definitivamente in legge. Berrino stava commentando una delle misure più contestate della nuova legge, che stabilisce che d’ora in poi non sarà più obbligatorio, ma facoltativo, il rinvio della pena per le donne incinte o che hanno figli con meno di un anno, e ha detto:
«Le donne che fanno figli per poter rubare, non sono degne di farlo. Non sono degne di farlo».
A quel punto Berrino è stato interrotto dalle proteste dell’aula e quando ha ripreso la parola ha aggiunto:
«I giudici che giustamente avete detto che sono indipendenti reputeranno se un bambino forse sta più sicuro in carcere che a casa con i genitori che li concepiscono per andare a delinquere».
Le frasi di Berrino sono state interpretate da molti membri delle opposizioni come una specie di attribuzione di colpevolezza intrinseca ai figli e alle figlie di persone che commettono reati e sono condannate al carcere. Tra i più critici ci sono stati alcuni senatori e senatrici del PD, tra cui per esempio Filippo Sensi, solitamente piuttosto pacato, che ha detto: «Raramente ho sentito parole più crudeli. Ho urlato di tutto». La senatrice del PD Simona Malpezzi, anche lei molto arrabbiata durante l’intervento di Berrino, è poi intervenuta per dire che «i bambini sono senza colpe».
Dopo alcune ore e le molte polemiche Berrino è tornato sul suo intervento e ha precisato di non aver detto «che i bambini stanno bene in carcere»: «Non ho detto questo, per me la presenza di bambini in carcere deve essere una extrema ratio». E ancora: «Il dl Sicurezza affida a un esponente del potere giudiziario di valutare se un bambino sia più sicuro in carcere piuttosto che a casa con genitori delinquenti».
Finora la legge stabiliva il rinvio obbligatorio della pena per donne incinte o con figli con meno di un anno, prevedendo il carcere solo in casi di «eccezionale rilevanza», e preferibilmente in un ICAM, un Istituto a custodia attenuata per madri, cioè un particolare tipo di carcere pensato per attenuare l’esperienza di bambini e bambine. L’articolo 15 della nuova legge elimina la disposizione che prevedeva il rinvio obbligatorio della pena e introduce il rinvio facoltativo. Stabilisce anche l’impossibilità del rinvio facoltativo se da questo deriva una situazione di pericolo, di eccezionale rilevanza o di commissione di ulteriori reati.
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