Perché l’Iran e gli Stati Uniti sono tornati a parlarsi
Entrambi hanno interesse a negoziare sul nucleare iraniano, per motivi diversi

Di tutte le iniziative diplomatiche del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, riaprire un negoziato con l’Iran sul suo programma nucleare è stata la più sorprendente. Durante il suo primo mandato, Trump era uscito dallo storico accordo sul nucleare fatto dal suo predecessore Barack Obama, definendolo «il peggior accordo della storia» e attaccando la leadership iraniana. Era tornato a imporre sanzioni molto dure contro l’Iran e aveva fatto di tutto per isolarlo a livello internazionale.
Quando è tornato alla presidenza, non c’erano molte aspettative sul fatto che i rapporti tra i due paesi migliorassero. Ma in primavera l’amministrazione Trump ha avviato con la leadership iraniana una serie di negoziati diretti, molti dei quali sono avvenuti a Roma. Indipendentemente dal loro esito, queste trattative sono già un risultato: pochi esperti avevano nelle loro previsioni per quest’anno negoziati diretti tra Trump e l’Iran.
Anche l’andamento dei negoziati è stato abbastanza sorprendente finora: siamo lontani da un accordo, ma gli Stati Uniti hanno fatto concessioni notevoli. L’ultima proposta avanzata dalla delegazione americana, che non è pubblica ma è stata descritta ai media da fonti anonime, prevede che l’Iran possa arricchire l’uranio a livelli sufficienti per produrre energia a scopo civile, ma che possa farlo soltanto per un certo periodo di tempo.
Arricchire l’uranio a bassi livelli consente di usarlo nelle centrali per produrre energia elettrica; ma se l’arricchimento supera il 90 per cento, allora l’uranio diventa un componente per la costruzione di una bomba nucleare. Gli estremi di un accordo nucleare con l’Iran, dunque, prevedono una riduzione del suo programma di arricchimento in cambio di un allentamento delle sanzioni.
L’ayatollah Ali Khamenei, la principale autorità politica e religiosa dell’Iran, ha già criticato la proposta americana e fatto capire che probabilmente sarà rifiutata. Questo porterà a nuovi colloqui, che potrebbero durare a lungo: anche l’accordo ai tempi di Obama richiese anni di negoziato.
Un’altra questione interessante è capire com’è successo che l’Iran e l’amministrazione Trump siano arrivati a parlarsi.
Capire le motivazioni dell’Iran è un po’ più semplice: il paese è stremato, si trova nel pieno di una crisi economica terribile aggravata dalle sanzioni internazionali. Gli attacchi di Israele contro i suoi alleati (contro Hamas a Gaza, contro Hezbollah in Libano) e contro lo stesso territorio iraniano lo hanno indebolito anche dal punto di vista militare e strategico.
Alle elezioni dell’anno scorso la vittoria di un presidente “riformista” (cioè leggermente più progressista e aperto al mondo, ma sempre nel contesto del regime iraniano) è stata un segnale del fatto che anche la popolazione voleva interrompere l’isolamento e ricominciare a dialogare anche con l’Occidente.

Donne iraniane a Teheran, aprile 2025 (AP Photo/Vahid Salemi)
Più difficile capire perché Trump abbia deciso di avviare i negoziati con l’Iran. Qui si possono fare alcune ipotesi legate al modo in cui si è mosso finora.
Trump ha avviato la sua attività diplomatica nel secondo mandato pensando soprattutto alla sua cosiddetta legacy, cioè al modo in cui la sua presidenza sarà ricordata in futuro: vuole essere ricordato come il presidente che ha posto fine alle guerre e al caos del mondo. Per questo sta spingendo un cessate il fuoco in Ucraina e nella Striscia di Gaza. E per questo sta cercando rapporti stabili con le monarchie del Golfo Persico. Molti esperti sostengono che alle giuste condizioni Trump sarebbe pronto perfino a fare un “grande accordo” con la Cina, per spartirsi l’influenza mondiale tra le due superpotenze.
In quest’ottica, Trump è pronto a fare anche un accordo con l’Iran, che potrebbe presentare come un successo storico in contrapposizione al «peggior accordo della storia» di Obama. Poco importa che l’accordo di Obama e quello che l’amministrazione Trump ha proposto finora si somiglino molto.