Forse ci siamo con il recupero della Bayesian

Dovrebbe concludersi nella seconda metà di giugno, con qualche settimana di ritardo e dopo molti problemi

Il recupero del boma della Bayesian, la trave che tiene tesa la vela della barca ed è collegata all'albero maestro, con l'enorme gru Hebo Lift, 20 maggio 2025 (TMC Marine)
Il recupero del boma della Bayesian, la trave che tiene tesa la vela della barca ed è collegata all'albero maestro, con l'enorme gru Hebo Lift, 20 maggio 2025 (TMC Marine)
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La Bayesian, la grande barca a vela naufragata il 19 agosto durante una tempesta nella rada del porto di Porticello, vicino a Palermo, sta per essere infine recuperata. Nei giorni scorsi la TMC Marine, la società che ne supervisiona il recupero, ha comunicato che lo scafo dovrebbe essere riportato in superficie nella seconda metà di giugno, in ritardo di alcune settimane rispetto ai piani. Lo scafo verrà sollevato con un’enorme gru galleggiante, la Hebo Lift, dopo che sarà tagliato l’albero maestro di 72 metri.

Le operazioni di recupero del relitto della barca, lunga 56 metri, sono molto seguite, così come era stato molto raccontato dai giornali di tutto il mondo il naufragio che causò la morte di sette persone, tra cui Mike Lynch, uno degli imprenditori più ricchi e influenti nel Regno Unito. Recuperare la Bayesian è complicato: è importante non causare ulteriori danni che ostacolerebbero le indagini sulle cause del naufragio, che continuano a essere poco chiare anche dopo i recenti approfondimenti della marina mercantile britannica.

Finora sono stati portati in superficie il boma principale (cioè la trave orizzontale che tiene tesa la vela ed è legata all’albero maestro), la vela e un’ancora. Nel frattempo sono state posizionate otto cime sotto lo scafo, che saranno usate per sollevarlo: è uno dei passaggi più complicati, anche a causa del fondale argilloso su cui si trova il relitto, ha spiegato la TMC Marine.

Prima di sollevare il relitto l’albero sarà tagliato e verrà inizialmente lasciato sul fondale, a 48 metri di profondità. Poi verranno tagliati tutti i cavi che collegano l’albero e le vele allo scafo e ai comandi. A quel punto la gru potrà sollevare lo scafo che sarà tenuto a galla per portarlo in un capannone nel porto di Termini Imerese, dove potrà essere analizzato. Intorno alla barca verrà messa una sorta di cintura di contenimento per evitare che l’eventuale fuoriuscita di carburante dai serbatoi inquini il mare, oltre a ostacolare le indagini. Da quando è affondata, la Bayesian è stata monitorata e finora non ci sono stati sversamenti in mare.

La gru galleggiante Hebo Lift 2 a Porticello, il 4 maggio 2025 (AP Photo/Salvatore Cavalli)

Le operazioni per il recupero erano cominciate il 3 maggio: secondo i piani iniziali sarebbero dovute durare un mese al massimo, in base alle condizioni del meteo e di come fossero andate le prime fasi. Erano poi state sospese una settimana dopo per alcuni giorni a causa della morte di un sommozzatore olandese, Robcornelis Maria Huijben, che stava lavorando sul fondale. Huijben è morto per l’esplosione di una sacca di idrogeno che si era creata mentre stava tagliando la cerniera che legava il boma all’albero maestro.

Per la sua morte la procura di Termini Imerese ha aperto un’indagine per omicidio colposo e violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro a carico del titolare della società nederlandese Smit Salvage, per cui lavorava Huijben. Adesso sono indagati anche il responsabile della sicurezza e il direttore del cantiere. La Smit Salvage intanto ha rinunciato all’incarico e al suo posto sono arrivati a Porticello in questi giorni gli specialisti di altre ditte, tra cui una di Olbia.

Per quanto riguarda il naufragio, al momento sono in corso due inchieste nel Regno Unito, mentre in Italia sono indagati dalla procura di Termini Imerese il capitano neozelandese e altri due membri dell’equipaggio.

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