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  • Lunedì 9 giugno 2025

Il governo slovacco ha imboscato un busto attribuito a Donatello

L'ha prelevato in modo rocambolesco dal museo dov'era stato scoperto, rifiutandosi a lungo di dire dove l'aveva portato

Una scansione 3D del busto attribuito a Donatello, diffusa dal museo Spiš di Levoča
Una scansione 3D del busto attribuito a Donatello, diffusa dal museo Spiš di Levoča
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Negli ultimi mesi in Slovacchia c’è stato un caso, diventato a un certo punto imbarazzante per il governo, attorno a un busto che alcuni studiosi attribuiscono allo scultore rinascimentale Donatello. La vicenda è decisamente strana e rocambolesca. A fine maggio infatti il busto era sparito dal museo in cui si trovava, prelevato da uomini del governo con il viso coperto da un passamontagna. Era stato portato in un posto tenuto nascosto e per settimane il governo slovacco si era rifiutato di dire dove fosse e di fare chiarezza sulla vicenda. Il caso si è risolto pochi giorni fa, quando finalmente si è scoperto cosa fosse successo.

Il busto in marmo di Carrara ritrae la nobildonna Cecilia Gonzaga. L’attribuzione era stata ipotizzata dalla storica Marta Herucová alcuni anni fa, quando l’aveva scovato in un magazzino del museo di Levoča, nell’est della Slovacchia. All’epoca la direttrice del museo era Mária Novotná, che caldeggiò le ricerche, basate sulla scritta “Opus Donatelli” sul basamento. Si ipotizzò allora che la scritta fosse la firma, presente su altre sette opere di Donatello tra cui Giuditta e Oloferne, esposta a Palazzo Vecchio a Firenze.

La scoperta fu comunicata ufficialmente solo lo scorso febbraio. Fu allora che diversi politici slovacchi cominciarono a interessarsi alla statua: fino a quel momento, cioè finché non fu associata a Donatello, nessuno aveva mai sentito parlare dell’opera. Da lì in poi, invece, divenne improvvisamente un potenziale tesoro, e quindi ambìta. Per questo il governo ha voluto metterci le mani.

Un particolare del busto di Cecilia Gonzaga che mostra la presunta firma dello scultore fiorentino (dalla scansione 3D diffusa dal museo)

Fino ad allora il busto era stato considerato una copia di epoca successiva (Donatello visse tra il 1386 e il 1466) e inventariato come tale. Era appartenuto alla famiglia aristocratica Csáky, di cui Herucová ha ricostruito i legami coi Gonzaga. I Csáky fuggirono dal paese durante la Seconda guerra mondiale: nel 1948 il loro palazzo di Spišský Hrhov vicino Levoča, dove si trovava il busto, venne trasformato dal governo comunista cecoslovacco in un riformatorio femminile. Nel 1975 l’opera fu infine consegnata al museo locale.

Il busto non è mai stato esposto al pubblico e, oltre a qualche fotografia, è possibile vederne solo una scansione 3D diffusa dal museo. Una delle ragioni per cui restano incertezze sull’attribuzione a Donatello è proprio che finora non sono stati possibili esami più approfonditi, e il modo in cui la scoperta è stata gestita non li ha certo facilitati.

A fine maggio un funzionario del ministero della Cultura, Lukáš Machala, ha coordinato una specie di operazione di esfiltrazione del busto. Machala è un fedelissimo della ministra Martina Šimkovičová, espressa dal partito ultranazionalista SNS, che nell’ultimo anno ha condotto una campagna di epurazioni nelle istituzioni culturali slovacche.

L’operazione non era stata preannunciata né alle autorità né alla popolazione di Levoča e fin dall’inizio non sono stati chiari i suoi obiettivi. È stata molto criticata, oltreché per le modalità, per la possibile mancanza di cautele.

Machala, che è segretario generale del ministero, si è presentato al deposito del museo con un gruppo di persone col passamontagna e una scorta della polizia. Una tv locale ha filmato tutto, ma le è stato vietato di pubblicare le immagini finché il trasferimento non si fosse concluso. Questa specie di commando, però, non ha comunicato la destinazione della statua. La stessa ministra l’ha taciuta per giorni: l’ha motivata con ragioni di sicurezza, ma solo a cose fatte.

Martina Šimkovičová col viceprimo ministro Robert Kaliňák, durante una riunione del governo del maggio 2024

Martina Šimkovičová col viceprimo ministro Robert Kaliňák, durante una riunione del governo del maggio 2024 (EPA/LUBOS BILACIC /SLOVAK GOVERNMENT HANDOUT)

Non sono chiari neppure i piani del governo per valorizzare la statua. Šimkovičová ha detto che non sono ancora stati coinvolti esperti stranieri per stabilire definitivamente l’identificazione, per esempio. Per giustificarsi, la ministra ha puntato sulla sicurezza: il senso dell’operazione era mettere al sicuro il busto, secondo la sua narrazione.

Quando ormai le sorti della statua erano diventate un caso politico, Šimkovičová ha sostenuto senza fornire prove che qualcuno voleva rubare il busto e che il museo di Levoča non era abbastanza sicuro. Infine il governo ha confermato che l’opera si trova a Topoľčianky, dall’altra parte della Slovacchia, dove c’è un deposito statale che con ogni probabilità non è adatto a conservare opere d’arte rare. Peraltro, il busto non era stato assicurato a parte in vista del trasporto.

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