Altri 610 lavoratori di Stellantis lasceranno lo stabilimento di Mirafiori
L'azienda dice che il nuovo piano di licenziamenti serve a snellire l’organizzazione per avviare la produzione della 500 ibrida

La grande azienda automobilistica Stellantis ha annunciato un nuovo piano di 610 licenziamenti incentivati nello stabilimento di Mirafiori, a Torino: significa che farà un’offerta economica ai lavoratori per andare in pensione prima del tempo oppure per cambiare lavoro. Le prime 250 persone del reparto carrozzerie lasceranno Mirafiori ad agosto, mentre altre che lavorano nel reparto presse, stampi e al centro ricerche se ne andranno entro ottobre. Il nuovo piano è l’ennesimo proposto negli ultimi anni dall’azienda, che ha progressivamente svuotato lo storico stabilimento torinese dove da oltre un anno vengono prodotte pochissime auto e migliaia di dipendenti sono in cassa integrazione.
La versione di Stellantis è che i licenziamenti servano a organizzare meglio la forza lavoro nello stabilimento in vista dell’inizio della produzione della Fiat 500 ibrida, annunciato lo scorso anno. Nelle ultime settimane sono state adeguate le linee di produzione, sono arrivati i componenti e sono stati prodotti i primi prototipi. Da almeno due anni sindacati e istituzioni chiedevano a Stellantis di portare la produzione di un nuovo modello a Mirafiori, altrimenti destinato alla chiusura. L’obiettivo è produrre almeno 200mila auto ogni anno, quota che consentirebbe di assumere almeno mille persone.
Il programma di esuberi è stato firmato dai sindacati Cisl e Uil, non dalla Cgil che considera il nuovo piano in continuità con le politiche dell’ex amministratore delegato Carlos Tavares. Negli ultimi anni Tavares ha portato avanti un metodo spesso chiamato con il suo nome, «metodo Tavares», basato su un’estrema razionalizzazione dei processi e un rigoroso risparmio dei costi. A Mirafiori e negli altri stabilimenti italiani sono stati proposti molti piani di licenziamenti incentivati e molte produzioni sono state spostate in paesi con un costo del lavoro inferiore.
Tavares aveva promesso al governo italiano che Stellantis sarebbe tornata a produrre almeno un milione di veicoli in Italia entro il 2030. Nel 2024 invece il gruppo automobilistico ne ha prodotti circa 500mila, tra auto e furgoni.
Secondo Edi Lazzi e Gianni Mannori, segretari della Fiom (la divisione dei metalmeccanici della Cgil) di Torino, i nuovi dirigenti di Stellantis continuano a fare le scelte sbagliate del loro predecessore. «Stellantis spende più soldi per mandare via i suoi dipendenti di quanti ne mette a disposizione per chi rimane», hanno detto. Da tempo la Cgil sostiene che senza l’arrivo di nuovi modelli le prospettive per lo stabilimento di Mirafiori saranno molto incerte. Cisl e Uil sono più ottimiste, tant’è che hanno firmato l’accordo, pur con qualche timore. «Da adesso vorremmo sentir parlare di assunzioni», ha detto al Corriere Torino Igor Albera della Fim Cisl (altro sindacato dei metalmeccanici). «Con l’arrivo del nuovo modello è giusto aspettarsi qualcosa in più».
La crisi dello stabilimento di Mirafiori non è un problema solo per i dipendenti di Stellantis in cassa integrazione. Il calo della produzione ha avuto conseguenze molto gravi per centinaia di piccole e medie aziende fornitrici che negli ultimi anni hanno avuto riduzioni o cancellazioni di commesse essenziali per la loro sopravvivenza. Alcune aziende sono già fallite, altre hanno ridotto drasticamente la produzione e messo i lavoratori in cassa integrazione.