Storia di un aeroporto quasi sempre vuoto

Da Comiso, in Sicilia, partono solo due voli a settimana e passano sempre meno passeggeri: forse una soluzione non c'è

(Wikimedia Commons)
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A Comiso, nel sud-est della Sicilia, c’è un aeroporto dove partono solo due voli alla settimana: uno per Lille al martedì, uno per Parigi Orly al sabato. Negli stessi giorni c’è anche un volo che fa i due percorsi inversi, da Lille e da Parigi a Comiso. La tratta per Parigi è attiva solo da aprile a settembre. Con così pochi voli l’aeroporto non è economicamente sostenibile, oltre a essere quasi inutile.

La situazione attuale è il punto più basso di un declino iniziato alcuni anni fa e ora diventato difficilmente ignorabile: da alcune settimane se ne sta parlando con regolarità sui media locali dopo la denuncia di un sindaco della zona, con reportage che enfatizzano il fatto che l’aeroporto sia semideserto per la maggior parte del tempo, con i dipendenti che hanno ben poco da fare e le attività commerciali che dipendono dal lavoro dell’aeroporto ormai in crisi. Le istituzioni locali stanno cercando con fatica dei rimedi: ora sono stati stanziati fondi per attivare nuove tratte nazionali e internazionali, ma se succederà non sarà prima di diversi mesi.

L’aeroporto di Comiso venne costruito in epoca fascista, ma fu inaugurato come aeroporto civile solo nel 2007 (prima era stato usato per lo più per ragioni militari) e intitolato a Pio La Torre, il parlamentare del partito comunista assassinato dalla mafia nel 1982: fu un’inaugurazione solo formale, perché l’aeroporto non cominciò a funzionare prima del 2013. Ebbe il picco di passeggeri annuali, 437mila, nel 2017, quando c’era un certo ottimismo sul fatto che nel giro di pochi anni si potesse arrivare anche a un milione di passeggeri all’anno.

Ci fu invece un calo per via del Covid, ma fino al 2022 i passeggeri annuali erano ancora 364mila. Nei primi quattro mesi di quest’anno invece sono stati solo 25mila, e nel frattempo la situazione non è migliorata. Oggi ci lavora ancora un centinaio di dipendenti anche nei giorni in cui non sono previsti voli, cioè quasi tutti: una circostanza che ha alimentato denunce e lamentele per via dei costi inutili che vengono sostenuti, e anche un po’ di racconti ironici sull’aeroporto sempre «deserto».

Lo scorso 21 maggio l’edizione locale di Repubblica aveva raccontato in un reportage una delle giornate in cui c’è un po’ di trambusto, il martedì, quando arriva il volo da Lille che riparte poco dopo con la stessa destinazione: si attiva intorno alle 9 e per le 10:30 è già tutto finito, e anche i bar chiudono dopo appena un’oretta di lavoro (il volo arriva intorno alle 9 e mezza). «Per il resto della giornata i circa 40 dipendenti della SAC fra manutenzione, sicurezza, amministrativi e addetti al traffico, rimangono in attesa del nulla mentre i 15 dipendenti della Gh Catania che cura i servizi a terra dello scalo restano “a disposizione” per eventuali dirottamenti di voli», scriveva Repubblica.

In Sicilia infatti ci sono altri tre aeroporti, a Palermo, a Trapani e soprattutto a Catania (a un’ora e mezza di macchina) che rendono l’aeroporto di Comiso tutt’altro che indispensabile.

A volte, quando l’aeroporto di Catania chiude per le eruzioni dell’Etna, i voli destinati lì finiscono a Comiso. Ma il motivo per cui si è arrivati fino a questo punto è un altro, facilmente individuabile: ad aprile del 2023 Ryanair, che era di gran lunga la compagnia aerea più attiva a Comiso, cancellò nel giro di due settimane tutti i suoi collegamenti per l’aeroporto, a causa di uno scontro con la società che tuttora lo gestisce, la SAC (Società Aeroporto Catania, che ha in gestione per l’appunto anche l’aeroporto di Catania-Fontanarossa).

Ryanair disse che la SAC aveva cercato di cambiare all’ultimo i termini di un accordo che avrebbe dovuto addirittura potenziare i voli gestiti dalla compagnia nello scalo: a quel punto non solo non firmò più l’accordo, ma si ritirò del tutto da Comiso. La SAC disse che c’era solo stato un malinteso, e che Ryanair aveva chiesto condizioni privilegiate rispetto ad altre compagnie che avrebbero potuto violare le norme sugli aiuti di Stato e sulla concorrenza. È possibile che in assenza di certe condizioni, per Ryanair restare a Comiso non fosse più profittevole.

A Ryanair subentrò su alcune tratte Aeroitalia, che quest’anno ha via via ridotto le sue tratte per Comiso fino a non averne più. A gennaio aveva sospeso i voli per Bologna, Cuneo, Perugia e Firenze; a maggio, un po’ silenziosamente, ha cancellato anche quelli che erano rimasti, per Milano, Roma e Parma: “silenziosamente” perché prima di qualsiasi annuncio ufficiale erano stati resi indisponibili i voli a partire da metà maggio, alimentando sospetti poi confermati quando sono state chieste spiegazioni.

Il motivo è in sostanza che mantenere voli da e per Comiso non era economicamente sostenibile: l’amministratore delegato di Aeroitalia, Gaetano Intrieri, ha detto in un’intervista a RagusaNews: «Il sistema attuale, con un bacino di 300mila abitanti e forse meno, non consente a un vettore di coprire i costi, nemmeno con agevolazioni e contributi». Secondo Intrieri anche Ryanair aveva «lasciato Comiso dopo aver accumulato perdite, su quasi tutte le rotte che operava su Comiso, come documentano i suoi bilanci».

Dopo la cancellazione dei voli di Aeroitalia e le nuove attenzioni mediatiche si è mosso qualcosa a livello istituzionale, ma non è chiaro se basterà. Il ministero dei Trasporti e la Regione hanno messo a disposizione 30 milioni di euro per riattivare dal prossimo 1 novembre dei collegamenti con Roma (due volte a settimana) e Milano (uno a settimana). Ancora non si sa quale compagnia dovrebbe gestirli: c’è tempo fino al 14 luglio per proporsi, sempre che qualcuno si proponga.

Alcuni giorni fa poi era stata data notizia dell’attivazione di altre 5 tratte internazionali per tre anni, finanziate con 9 milioni di euro di fondi regionali messi a disposizione dalla camera di commercio locale: alla fine però non ci saranno novità nel breve termine, perché nessuna delle nuove tratte sarà attiva prima del 2026. Le nuove tratte dovrebbero collegare Comiso con Katowice in Polonia, Tirana in Albania, Nizza in Francia e Basilea in Svizzera. La quinta tratta internazionale invece è quella già attiva per Lille, che in base ai nuovi accordi dovrebbe proseguire fino al 2027.

Di recente la Regione ha provato a fare qualcosa anche eliminando la tassa addizionale comunale per i piccoli aeroporti (è una tassa che per il 2025 costa alle compagnie 6 euro e 50 per passeggero): dopo questa decisione Ryanair ha effettivamente manifestato interesse per attivare dei voli in un aeroporto siciliano, ma quello di Trapani.