• Mondo
  • Giovedì 19 giugno 2025

La Germania ha un problema di procioni

È il paese europeo dove la specie invasiva si è diffusa di più, e l'unica soluzione al momento è conviverci

Un procione (AP Photo/Matias Delacroix)
Un procione (AP Photo/Matias Delacroix)
Caricamento player

In base alla stima di un gruppo di ricerca di Francoforte che ha analizzato i dati legati alla caccia in 398 province tedesche degli ultimi vent’anni, al momento in Germania ci sono tra 1,6 e 2 milioni di procioni: un numero straordinario, se si pensa che furono introdotti solo negli anni Trenta del Novecento. Nell’ultimo secolo la proliferazione di questi mammiferi in Germania è stata eccezionale ed è diventata un problema da gestire, visto che sono una specie aliena invasiva che può fare danni sia all’ambiente che alle persone.

Il procione (Procyon lotor) è nativo del Nord America, e in Germania questi animali furono introdotti durante il nazismo in parte per poterne sfruttare la pelliccia, e in parte per cacciarli. Nel 1934 un allevatore liberò in natura due maschi e due femmine nella zona dell’Edersee, un bacino artificiale in Assia, nella Germania centrale, con l’idea di arricchire la fauna locale e al tempo stesso di usarli per attirare orsi da cacciare. Da quegli esemplari però originò una popolazione stabile. Una seconda popolazione crebbe a partire da 25 animali che nel 1945 scapparono da un allevamento di animali da pelliccia di Wolfshagen, decine di chilometri più a nord.

Ancora oggi l’Assia settentrionale è la regione tedesca con il maggior numero di procioni assieme al nord-est del Brandeburgo, la regione che circonda Berlino, dove si stima ne vivano all’incirca mille. Kassel, che si trova proprio nell’Assia, ne ha talmente tanti da essere soprannominata la capitale europea dei procioni. È stato stimato che ce ne siano circa 30mila, che ormai sono parte integrante della vita dei suoi 200mila abitanti: danno il nome a squadre sportive, si intrufolano nelle case e sono tanto amati quanto odiati dalla gente del posto.

I procioni si sono diffusi in molte zone della Germania perché sono estremamente adattabili, si riproducono molto velocemente, e mangiano di tutto: ghiande, mais, frutta, noci, uccellini, rettili e naturalmente avanzi di cibo lasciati in giro. Ce ne sono anche in altri paesi europei, Italia compresa, dove sono diffusi soprattutto lungo il corso del fiume Adda, in Lombardia, e tra Emilia-Romagna e Toscana.

Uno studio svolto nel Brandeburgo ha evidenziato che i procioni si nutrono di frequente di uccelli che nidificano a terra, la cui popolazione è già in declino; un altro sulla Polonia occidentale ha mostrato come mangino anche grandi quantità di molluschi a loro volta a rischio. Ma a Kassel, e occasionalmente altrove, si intrufolano nei camini o nelle soffitte delle case per dormire e riprodursi, danneggiando stanze, tetti e terrazzi. Frugano nei bidoni della spazzatura o in quelli del compost alla ricerca di cibo. Se si entra in contatto con le loro feci si rischia di sviluppare infezioni, generalmente non gravi.

Per tutte queste ragioni nel 2016 i procioni sono stati inseriti nell’elenco delle specie esotiche invasive dell’Unione Europea: significa che i paesi membri devono evitarne la diffusione per ragioni ecologiche, oltre che sanitarie. Al momento però non è facile.

Daniel Willcox è tra i responsabili di un gruppo di scienziati esperti di carnivori dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), un ente internazionale riconosciuto dall’ONU, e ha detto al Guardian che controllare i procioni è molto difficile. Willcox è uno di quelli che sostengono che la via più efficace sia adottare un rigido programma di abbattimento, ma non tutti sono d’accordo. Solo nel 2022 sono stati abbattuti 200mila procioni contro i circa 10mila di dieci anni fa, ma gli animali si riproducono velocemente anche dopo gli abbattimenti, e in ogni caso adesso ce ne sono troppi per poter pensare di controllare le popolazioni così.

La biologa ed esperta di fauna selvatica Carolin Weh, d’altra parte, ha ricordato che la popolazione si sta espandendo, ma non a ritmi così elevati, ed è probabile che in certe zone abbia già raggiunto la sua capacità portante, ovvero il numero massimo di individui che ci possono essere, date le condizioni ambientali e le risorse disponibili.

Per il responsabile della sicurezza di Kassel, Heiko Lehmkuhl, «è illusorio credere di poter eliminare i procioni dalle nostre strade con la caccia o con altri metodi». Per il momento, secondo l’amministrazione locale, l’approccio più sensato è quello di conviverci e di ridurre al minimo i conflitti con gli animali. Per cominciare bisogna proteggere la casa, per esempio potando gli alberi con rami che raggiungono il tetto e installando griglie metalliche sui camini; poi bisogna limitare le scorte di cibo a disposizione dei procioni, evitare di lasciare in giro scarti di alimenti, chiudere bene i cestini della spazzatura e assolutamente non dar loro da mangiare.

– Leggi anche: Se vedete un procione, denunciatelo